La Street Art nell’Urban Hotel

Mostra Collettiva, 21 gennaio / 19 febbraio 2010

Stradedarts organizza l’evento La Street Art nell’Urban Hotel all’hotel Boscolo Exedra di Milano. Continua il matrimonio fra hotellerie di lusso e arti visive. A scendere in campo è il nuovissimo Boscolo Hotel Exedra Milano, inaugurato da pochi mesi per mano del grande architetto Italo Rota (lo stesso che firmerà il Museo del Novecento). E nei coloratissimi ambienti di Corso Matteotti troverà per un mese una sede ideale la mostra “La Street art nell’urban hotel”, con molti dei nomi più noti della street art, da FlyCat ad Airone, KayOne, Mambo, Sea Creative, El Gato Chimney, Ericsone, Tak, Bes, Raptuz. Durante il vernissage inoltre KayOne e FlyCat si esibiranno in una performance live.Street Art al Boscolo Hotel Exedra – Il Sole 24 Ore
di Giorgio Fontana

Di primo acchito il contrasto è forte. Il contenitore: uno degli hotel più chic di Milano e poi il contenuto: street art. Alternativa, originale, e ferocemente urbana. La realtà è che il Boscolo Hotel è già di per sé un chiasmo. L’ingresso ha una struttura ultrapop, con una colonna circondata da tubi di metallo, mentre due passi avanti si apre un misto di interni neri e divanetti. La lounge sotterranea è appena più informale, ma sempre con una certa spocchia “5 stelle”. Eppure. Eppure qui i lavori degli artisti di strada funzionano come un incastro ben riuscito, e in fondo non così spiazzante. Basta avere voglia di tenere lo sguardo diritto sulle opere. Le opere, quindi. AirOne domina la scena proponendo opere dai colori violenti e i tocchi quasi pulp. Frammenti: una fotografa punta l’obiettivo contro una colata di nero su sfondo rosso. Una ragazza in tacchi a spillo siede contro un rosa uniforme, coperta da una scritta a caratteri cubitali. KayOne sembra ispirato da un demone espressionista, quasi alla Kandinskij. Mambo espone ritratti dal tocco fluo e il particolare di un cazzotto di pugile, in spray su metallo, dal titolo Esplosiva fissa. Più classiche, in qualche modo, le caricature quasi anni ’60 di Ericsone: un acrilico spesso e accattivante. El Gato, invece, si ispira a un Dalì immerso in suggestioni pop. Raptuz (già fondatore della Spaghetti Funk Crew, emigrante a Los Angeles e writer storico della scena milanese) mischia tecniche e colori per avere risultati più astratti, sempre accompagnati dalla tag che li marchia a fuoco e ne ricorda la provenienza con orgoglio. L’arte di strada, in questa città, ha origini profonde. Viene da quei writer di fine anni Ottanta che poi si sono sparsi per il mondo, battendo Europa e Stati Uniti, per riportare qui un’arte informale, feroce e zuppa di cromatismi. Farsi ospitare in pieno centro può sembrare un tradimento; è in realtà il lasciare la parola libera di contaminare, come nelle migliori tradizioni urban e hip-hop. E credo che questa sia la lettura preferita dagli artisti dell’Exedra: evitare i pregiudizi, guardare diritti all’opera. Così, fra i cocktail e l’atmosfera vagamente surreale, queste opere risaltano senza perdere carattere. In qualche modo si adeguano, soprattutto per la consapevolezza degli espositori — una qualità che si ispira a diverse tradizioni del Novecento.

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