CALIPSO Francesco SHE Pogliaghi

Mostra Personale a cura di Elisabetta Polezzo

ACQUARIO CIVICO DI MILANO
5 – 27 maggio 2012
Viale Gadio 2, Milano

L’artista incarna la ricerca di mondi sommersi, tornati a galla attraverso lo studio di figure mitologiche reinterpretate in chiave urbana. La corrente artistica del post graffitismo viene utilizzata al servizio della cultura, in un percorso di puro istinto contrapposto alla delicatezza dell’arte classica.


Tra arte e mito: possibili incontri
di Elisabetta Polezzo

La mostra Calipso di Francesco She Pogliaghi è un esperimento. Negli esperimenti infatti vengono accostati elementi diversi e si sta a vedere come interagiscono tra loro. Questo è successo anche con Pogliaghi, un giovane artista con un background ed una sensibilità contemporanei, che ha deciso di accostare il proprio lavoro a una materia incandescente come quella del mito. Non che l’esperimento sia del tutto nuovo, anzi è dalla fine dell’antichità che, con le debite distanze culturali e semantiche, si è cominciato ad accostarsi alla cultura classica in modo dialogico. Mai del tutto sopita, l’imagerie legata al mito sopravvive – forte e vitale – pur con declinazioni diverse. Dobbiamo sgombrare subito il campo da un’idea di antichità classica che è ormai morta e lontana dal nostro sentire, come quella condannata a brillare fiocamente dalle bacheche dei musei, colorata di un bianco innaturale dovuto solo alla visione neoclassica e al winckelmanniano bisogno di uniformare tutte le vestigia di un mondo perduto in un impeccabile, quanto improbabile, candore marmoreo. Di colori era invece costituita l’arte classica, colori che anzi mutavano a seconda  del paesaggio circostante, tempio o edificio pubblico che fosse. Tanto forti erano i colori quanto lo erano le vicende che essi servivano ad illustrare. Storie di stupri, di incesti, in alcuni casi perfino di cannibalismi. Vicende in cui il confine tra la tenerezza e la violenza, tra l’amore lecito e quello proibito, tra un aspetto umano ed uno animale era alquanto labile. Un confine, un limen, che viene continuamente oltrepassato dando origine a situazioni e forme ibride. Ed ecco che, puntuale, appare nei quadri di Pogliaghi la stessa indeterminatezza cangiante: forme che riaffiorano da un mondo non definito, trovano la loro collocazione e il loro spazio volumetrico, appaiono dunque per dissolversi poco oltre in un infinito gioco di intrecci. Il colore, di estrema raffinatezza, gioca qui un ruolo fondamentale nel far apparire e poi dissolvere i personaggi che popolano le sue opere. Figure allacciate in un liquido abbraccio oppure solitarie, appartenenti ad un mondo remoto e ad archetipi comunque impressi in noi da sempre. Calipso, “colei che nasconde”, è rappresentata con le sue serve ma è sostanzialmente sola: non ha alcuna necessità di confrontarsi con altri personaggi perchè lei rappresenta una femminilità sensuale e potente. Questa sua caratteristica, priva di qualunque spiegazione che non rimandi a sè stessa, non é quindi definibile con categorie intellettuali ma solo artistiche. Ecco dunque sfilare nei dipinti personaggi per sempre rappresentati nelle forme e nei contesti che il destino – quasi mai benevolo – ha scelto per loro. Donne, dee o semidee la cui sensualità risulta paradigmatica o la cui mostruosità deve servire come esempio in un mondo che non conosce la categoria del perdono e in cui ciascuno paga irrevocabilmente il proprio errore, che l’abbia o meno commesso consapevolmente. Un mondo in cui si confondono la vittima e il carnefice senza possibilità di redenzione. Un mondo simile al nostro? Per certi aspetti puó darsi. Quale elemento super partes, nelle opere di Pogliaghi appare talvolta anche un omaggio alla parola, oggetto di rappresentazione visiva così come accade nel graffitismo e che, in questo caso, risulta particolarmente efficace. È anche tramite la parola infatti che possiamo accostarci alle storie narrate nei quadri, la parola di antichi autori che ne hanno raccontato le vicende. Parole sopravvissute al trascorrere del tempo, parole di una lingua antica ma mai dimenticata, parole come ornamento, parole come significato, anch’esse elemento importante di quello che abbiamo chiamato ‘esperimento’ e che per Pogliaghi si può definire certamente riuscito.


Catalogo: CALIPSO – Francesco She Pogliaghi
Curatore: Elisabetta Polezzo
Editore: Stradedarts
Prezzo: € 20,00